La Sensibilizzazione Segmentaria Spinale è stata descritta per la prima volta sul finire degli anni 90 del secolo scorso dal fisiatra Prof. A. Fischer della New York University. Il Prof Fischer, che è stato uno dei massimi esperti di dolore miofasciale, già famoso per la invenzione dell’algometro che porta il suo nome e che è ad oggi universalmente usato per la valutazione della dolorabilità alla pressione, la cosiddetta PPT Pain Pressure Treshold.
Ad un certo punto della sua attività clinica il prof. Fischer si accorge che aggiungendo alla infiltrazione del trigger point periferico, un blocco anestetico paravertebrale, la tecnica si rivela di maggiore efficacia rispetto alla sola iniezione del trigger point periferico. Avendo egli notato una logica segmentaria nella stimolazione paravertebrale ed essendo, verso la fine degli anni novanta, appena entrato nel lessico degli specialisti i termini della sensibilizzazione centrale, il prof. Fischer coniò il termine Neuromioterapia Segmentaria per indicare la nuova tecnica infiltrativa ed adotta il principio della SSS Sensibilizzazione Segmentaria Spinale per spiegare la base neurofisiologica del trattamento.
La posizione universitaria del prof. Fischer agevolò la divulgazione del metodo presso giovani fisiatri che dall’America e dal resto del mondo arrivano per ragioni di studio a New York University. Tra questi allievi il professore ne scelse alcuni per portare avanti la didattica sulla metodica appena nata.
Il gruppo iniziale viene costituito da alcuni allievi originali del prof Fischer, Marta Imamura, Bryan O’Young, Mark Young, David Cassius e Giampaolo de Sena, che dopo la scomparsa del prof Fischer nel 2007 hanno continuato a divulgare la metodica della sensibilizzazione spinale. La posizione dirigenziale degli allievi di Fischer presso strutture universitarie e societarie nazionali ed internazionali favorisce la diffusione della metodica a livello internazionale.
Nasce in questo modo una organizzazione alla quale fu dato il nome di International School of Spinal Sensitization che aveva lo scopo di divulgare i concetti della sensibilizzazione spinale nel mondo.
Intanto che venivano impegnate energie nella divulgazione del metodo parallelamente andavano avanti gli studi clinici sulla semeiotica e sulla efficacia del trattamento terapeutico della sensibilizzazione, che hanno visto soprattutto in Marta Imamura una eccezionale ricercatrice.
Marta Imamura arriva a pubblicare finanche sulla prestigiosissima rivista “Spine” lavori che dimostrano la validità delle iniziali intuizioni del professore Fischer sulla allodinia segmentaria come conseguenza del dolore cronico di natura muscoloscheletrica e come conseguenza dei fenomeni di sensibilizzazione centrale spinale.
In questo contesto culturale specialistico ed alla luce di esperienze cliniche fisiatriche e della emergente ricerca sui fenomeni allodinici e iperalgesici, si cominciano a comprendere con più chiarezza la cosiddetta “patologia non specifica”, “il dolore disfuzionale” quello “sine materia” e di conseguenza tante metodiche molto popolari del mondo riabilitativo e del mondo delle cosiddette “medicine complementari”, che cominciano ad essere inquadrate in una nuova categoria diagnostica e terapeutica.
A quel punto la scuola amplia l’approccio clinico al dolore muscoloscheletrico, perfeziona la semeiotica, approfondisce la tecnica terapeutica e si arricchisce moltissimo nella sua applicabilità.
Ad oggi la scuola rimane internazionale, così come è nata, si arricchisce di docenti e di ricercatori, cresce nel numero di sedi e di corsi, mantenendo la iniziale tradizione di affiancare la didattica, alla ricerca ed alla assistenza del paziente con dolore cronico muscoloscheletrico.